Intervista a un...

È la storia della mia vita.

Sono stato uno schiavo

Testo da qualcuno in corrispondenza con me. Soprannome EV

Preciso che non è perché una persona mi manda un sms, che garantisco tutto.

L'esclusiva responsabilità di chi scrive.

La persona oggi ha 57 anni.


È troppo facile confinare la sessualità nel regno dell'intimità. Certo, rifugiarsi dietro il mondo fantasmagorico può essere una buona soluzione per chi non si assume veramente la responsabilità di se stesso, ma ci impedisce di trovare il giusto equilibrio nella nostra personalità. Così nei nostri circoli LGBT, troppo facilmente, cerchiamo di escluderci dall'ordine sociale naturale, che è inevitabilmente basato sulla disuguaglianza delle relazioni umane. Personalmente, integro completamente l'idea di sottomettermi, incondizionatamente, a un ragazzo. Darmi anima e corpo, senza distinzione, senza limiti. Darsi, infatti, è avere fiducia nel suo proprietario al punto da dargli un vero potere sulla sua vita, così in fondo sa meglio gestirla, organizzarla, amministrarla. Vita che ha il diritto di condividere con gli altri, da sfruttare in ogni senso della parola.

Mi sono sempre piaciuti i luoghi decostruiti, come vecchie fabbriche, case o villaggi abbandonati. Da questi spazi da cui tutti vorrebbero fuggire ma che hanno sempre permesso di proteggere da sguardi indiscreti le nostre fantasie incontrollabili... Avevo così preso appuntamento con un ragazzo, conosciuto da poco su un sito (armyxxmen.com), e con cui sembrava che condividessimo più che viaggi, alla stazione di Caen. Era normanno.

Share by: